Che cos’è il GrimDark? Un viaggio (senza ritorno) alla scoperta del Fantasy più dark e truculento. E non dite che non vi avevamo avvisati…
Rispondiamo subito alla prima domanda, così ci togliamo il pensiero. Il GrimDark è un sottogenere della narrativa fantasy, che mostra ambientazioni solitamente legate al Medioevo fantastico, che a differenza del Fantasy tradizionale sono tuttavia quasi del tutto prive di magia e con pochissimi elementi sovrannaturali. In compenso, abbondano violenza, sopraffazione, ingiustizia, sesso e torture (spesso il tutto rimestato insieme) come se non ci fosse un domani. E nel GrimDark infatti il domani non c’è.
Niente razze graziose, niente animali fantastici (solo bestie brutte, sporche e cattivissime).
Nessuna soavità, insomma.
E vogliamo parlare dei personaggi che si muovono in questi mondi?
Noi di Letterelettriche siamo sempre stati dei fieri sostenitori degli eroi oscuri. Non a caso nel numero 0 di Lost Tales, il nostro Digipulp magazine, abbiamo voluto dedicare la parte relativa allo Sword&Sorcery alla figura dell’eroe solitario, anzi, dell’antieroe solitario. Si tratta di un archetipo ricorrente nel genere. L’antieroe è crudele, egoista, e non esita a compiere omicidi efferati per realizzare i propri biechi obiettivi. L’esatta antitesi dell’ eroe, dunque, che mette la propria forza e i propri poteri al servizio di una nobile causa. Di nobile negli antieroi non c’è proprio niente, sono barbari, razziatori, ladri, pirati, usurpatori di regni, reietti cacciati dal loro paese di origine, fuggitivi alla ricerca di fortuna, come scrive Francesco La Manno proprio nel saggio La figura dell’eroe solitario nello Sword and Sorcery, presente nel suddetto Lost Tales numero 0.
I personaggi del GrimDark
Ecco, una prima caratteristica del GrimDark è proprio la scelta dei protagonisti, che non hanno niente a che vedere con i tipici eroi del fantasy “bello e buono”. Anzi, le loro azioni (il più delle volte cattive…) sono dettate dal cinismo, dall’egoismo e dal perseguimento dei propri scopi a ogni costo.
Del resto c’è da capirli, non c’è niente di buono e giusto nel mondo in cui vivono. Le ambientazioni del GrimDark sono cupe, violente, dominate da ingiustizia e angoscia esistenziale.
Inevitabile che gli uomini che vi si muovano debbano reagire di conseguenza.
Come nasce il GrimDark
Si inizia a parlare di questo sottogenere del Fantasy nell’RPG WarHammer 40,000 con la frase: “In the grim darkness of the far future, there is only war”.
In realtà possiamo considerare racconti e romanzi epigoni di questo genere anche opere precedenti. Molti racconti di Robert E. Howard grondano violenza, crudeltà, sentimenti negativi esasperati, e dunque possono a ragione essere considerati esempi di GrimDark. E Howard non è certo il solo.
Gli araldi di un mondo senza speranza
Chi sono gli autori considerati capostipiti di questa corrente letteraria grondante sangue, sudore e lacrime?
George R.R. Martin ci ha dato dentro con le sue Cronache del Ghiaccio e del Fuoco: poca magia, una catena di sciagure, delitti, eccidi, che ti fanno capire fin dall’inizio che nessuno è al sicuro, e personaggi uno più bastard… ok, Jon Snow no, ma tutti gli altri uno più spregiudicato dell’altro. Perché nel GrimDark non si tratta di essere buoni o cattivi, certe sfumature morali ed etiche non hanno spazio.
Altri esempi? Joe Abercrombie, Richard K. Morgan, Mark Lawrence, Steven Erikson, ma prima ancora anche Michael Moorcock con il suo cupissimo Elric di Melniboné e Andrzej Sapowski con The Witcher.
Il GrimDark italiano
E in Italia? Siamo bravi ragazzi, si sa. Ci piace figurare bene e certe cose brutte non le scriviamo. O forse no.
Il dinamico duo Mazza-Sensolini, creatori di Ignoranza Eroica, probabilmente non la pensa così, perché proprio a loro dobbiamo Vilupera, il Trono di Spade italico, con famiglie nobili che si fanno la guerra (e che guerra!) per il predominio sul territorio di Penumbria, provincia del Regno di Taglia. Anche in questo caso non esistono buoni e cattivi, non esiste bene o male. “Niente di epico, niente di etico” per ammissione degli autori stessi, e con fierezza, aggiungiamo noi conoscendoli.
Da poco Mazza-Sensolini hanno fatto uscire il prequel di Vilupera, Mattanza, di cui si sentiva prepotentemente la necessità.
Da segnalare anche Zodd. Alba di Sangue di Gabriele Campagnaro, sangue, arti amputati, orrore cosmico e ultraviolenza. Giusto per non farci mancare nulla.
Ho una posizione particolare di fronte al Grimdark: diciamo che ci sto per metà. Non credo che un uomo, (e non dico un eroe) possa dirsi uomo senza un codice etico: ma d’altra parte sono convinto che l’etica del Fantasy tradizionale, diciamo per capirci l’etica di Aragorn, non sia credibile se applicata a un mondo medievale realistico. L’autore dovrebbe sempre porsi il problema: come si mantiene il mio protagonista se non appartiene alla ristretta elite dei ricchi e non ha un padrone? Un personaggio esemplare è Bronn, ne Il trono di Spade. Però un mercenario che non offra alcuna lealtà finirebbe con non trovare ingaggi; e soprattutto anche gli anti-eroi, come tutti noi, hanno bisogno di guardarsi allo specchio senza sputarsi in faccia. Un discorso simile valle per la magia: il fantasy non può farne a meno, perderebbe il suo fascino. Ma una magia in cui basti agitare una bacchetta per stravolgere le leggi della natura non è credibile per un lettore adulto. Del resto i maghi storici, gli Alberto Magno e i Paracelso, erano convinti che fosse un’arte ardua da imparare e sempre con un alto prezzo da pagare.