Era l’autunno del 2016 quando mi sono trovato a pensare che il racconto di genere, tipico dei Pulp Magazine, non avesse più mercato da troppi anni. Pensavo alle poche riviste cartacee che con coraggio avevano tentato di riportare in auge un certo modo di fare intrattenimento in Italia, ma di quanta poca fortuna avessero raccolto, loro malgrado. Così mi sono detto che il problema poteva
non risiedere solo nel disinteresse del pubblico, ma anche nei limiti del mezzo che non era più in grado di raggiungere i lettori…
Con il fondamentale supporto di alcuni collaboratori che la pensavano allo stesso modo, ho iniziato a pensare a come strutturare un pulp magazine digitale. La prima cosa che mi sia venuta in mente è stata che serviva una comunità pronta ad accogliere il progetto. Non volevamo che la leggessero solo coloro che già sapevano di cosa si trattasse. Lo scopo era portare alle generazioni di nativi
digitali quanto di meglio gli avventurieri analogici avessero creato. Perché in fondo, a prescindere da quale sia il supporto sulla quale la si racchiuda, la Fantasia non cambia mai.
Da quel momento il progetto ha cominciato a prendere forma. Ho enunciato ai prodi collaboratori l’ambizioso (soverchiante) progetto: un magazine digitale al cui interno fossero contenuti alcuni dei massimi generi di narrativa Pulp. Ogni sezione di genere avrebbe avuto un tema. Avrebbe dovuto contenere racconti del passato, dei padri fondatori, tradotti per la prima volta o ripescati perché difficilmente reperibili. Ogni sezione avrebbe dovuto avere racconti nuovi e inediti di scrittori che camminassero sulle orme di quei padri fondatori. E saggi, saggi in ogni sezione, che facessero da filo conduttore, da collante, tra il passato e il presente.
Così ci siamo divisi i compiti: i curatori avrebbero invece operato un lavoro di ricerca bibliografica sugli autori passati e trovato scrittori e saggisti competenti che ci seguissero con coraggio in questa avventura; le Sante che si occupano della grafica e dell’aspetto “informatico” del progetto: Monia Zanetti, Federica Soprani, avrebbero trovato il modo di fare un magazine digitale leggibile non solo
in pdf ma da tutti i supporti e-reader…cosa meno facile di quanto si possa presumere; io, Vittorio Marco Ivan Cirino, come editore, sarei stato il coordinatore, avrei tracciato i temi per ogni genere, unito le persone, e mi sarei fatto carico degli aspetti burocratici, oltre che di leggere ogni racconto e ogni saggio e farlo revisionare; Marco Siena è stato il capace curatore della sezione Horror di Lost
Tales, mentre Alessandro Iascy ha seguito la sezione Fantascienza ( qualcuno ha detto Andromeda? Rimanete sintonizzati…). Della sezione Sword and Sorcery si è occupato un profondo conoscitore del genere che preferisce rimanere anonimo, ma che io ringrazio profondamente. Così il progetto ha è stato strutturato…
A questo punto (vi evito tutta la parte delle ricerche, delle fatiche, delle esaltazioni e delle delusioni) bisognava occuparsi dell’aspetto pittorico e visuale del progetto. Mancava la copertina, che abbiamo scelto essere dell’artista internazionale Regis Moulun (such a wonderful Artist and understanding human being) e una serie di immagini potenti ed evocative da inserire nel Magazine, affidate a quella instancabile e talentuosa professionista che è Daniela Giubellini. Mancava il nome del progetto ( ultima cosa ad essere scelta, scaramanticamente) e la sua grafica, della quale si è occupato il fantastico Francesco Doc Gianelli. Tutte le immagini e gli schizzi a matita che invece vedete e vedrete in queste presentazioni sono ad opera di Federica D’Angella Comics & Art, che mi ha con pazienza aiutato a creare i due personaggi che imparerete a conoscere e spero amare, che sono il volto immaginario di Letterelettriche: Tah’mon e Sahìrae Sahìra.