Federica Soprani vive a Parma, cercando di coniugare da anni la passione per la scrittura col lavoro e la gestione di una famiglia che ha più zampe che arti. Si è laureata in lettere moderne con una tesi dal titolo La figura del Vampiro nel Teatro tra ‘800 e ‘900. Ha pubblicato racconti in antologie, su riviste e periodici. Ha scritto il romanzo storico “Corella, l’ombra del Borgia” (Nua edizioni 2020), la raccolta di racconti “Quello che sulla Terra sapete” (Edizioni il Vento antico) e insieme a Vittoria Corella ha realizzato i sei episodi della serie poliziesco-vittoriana “Victorian Solstice” (DarkZone), il romanzo Steampunk “Victorian Vigilante. Le infernali macchine del Dottor Morse” (Nero Press) e il romanzo “Una segretaria per Milord” (Harper Collins Italia).
Nel 2019 ha pubblicato con Triskell Edizioni “Il Cammino del Sapiente”, prima volume della trilogia fantasy Cronache di Daederian.
Nel 2020 ha partecipato al progetto “Mari Aperti”, antologia di racconti fantastici di ambientazione marinaresca per raccogliere fondi per Open Arms e “Cuori di tenebra” (Weirdbook), antologia sulle streghe curata da Nicola Lombardi.
Dal 2018 collabora con la casa editrice Letterelettriche e con la rivista digitale Lost Tales.
Pubblica racconti in antologie, su riviste e periodici.
Il suo sito: www.federicasoprani.it
Una delle caratteristiche che personalmente cerco in un romanzo (di qualsiasi genere sia), sono le descrizioni. Non devono mancare mai. Nel caso del collaudatissimo duo Soprani-Corella, il punto forte sono proprio le ambientazioni di ogni singola scena, e le descrizioni dei personaggi stessi. I loro non sono semplici romanzi horror, steampunk vittoriani, sono vere e proprie sceneggiature e scenografie di film. Quando comincio a leggere una loro storia, vengo risucchiata in un vortice, il tempo e sospeso nella vivida bolla che creano per il lettore. Non solo sanno scrivere, ma sanno adattare impeccabilmente il loro stile ai tempi nei quali sono ambientate le loro storie, Se siamo nel 1890, loro faranno parlare e muovere i personaggi come si confaceva nel periodo vittoriano. Sembra una cosa scontata, e invece dietro le loro storie, dietro ogni loro singola frase o dialogo,c’e una maniacale ricercatezza del dettaglio, dell Un’ombra nera era apparsa a pochi passi da loro, dapprima informe, solo un coagulo di tenebra, poi via via piu distinta. Un mantello. Un cappuccio. Il buio fattosi uomo. Parve appiattirsi un poco, acquattarsi come un grosso felino pronto a balzare, una mostruosa polena fuggita dalla propria sede e libera di sfidare la forza di gravita.
Grazie infinite Concetta, sono parole che mi riempiono d’orgoglio. Anche io adoro le descrizioni, e più sono ricche e suggestive, capaci di irretirmi e portarmi esattamente dove lo scrittore vuole, più le apprezzo 😉