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La fuga di Logan (Logan’s Run) è un film di fantascienza del 1976, diretto da Michael Anderson. Negli anni 1977-1978 venne prodotta anche una serie televisiva, che raccontava le stesse vicende. Entrambi sono tratti dal romanzo omonimo di William F. Nolan e George Clayton Johnson.

Un cult per la fantascienza, forse uno dei primi esempi di distopia, come lo definiremmo oggi, La fuga di Logan ci mostra un mondo perfetto, dove ogni piacere è a portata di mano, tutti vivono nella salute e nel benessere, senza pensieri, senza preoccupazioni, senza necessità di lavorare. E’il 2274, solo poche migliaia di uomini e donne sono sopravvissuti alla guerra nucleare globale. Vivono all’ìinterno di una cupola che li protegge dalle insidie del mondo esterno, dove tutto è regolato da un computer. Per evitare che la sovrappopolazione turbi l’equilibrio di questo mondo perfetto e fragile, la riproduzione è attuata solo tramite clonazione, il che porta alla generazione di ceppi di individui tutti simili tra loro.
Inoltre, sempre per tenere sotto controllo il numero degli abitanti sotto la cupola, il computer impone loro il Carousel, una cerimonia spettacolare in cui agli individui che hanno raggiunto i 30 anni viene promesso il rinnovamento, tra il giubilo e i festeggiamenti dei loro amici. In realtà si tratta di una forma di eutanasia forzata, per fare spazio ai nuovi nati.
Logan 5 (il quinto clone creato con il genotipo Logan), custode addetto al Carousel, viene incaricato dal computer di indagare su un gruppo di dissidenti che si sottrae alla cerimonia, fuggendo dalla cupola  per mezzo di una chiave ankh per rifugiarsi in un luogo chiamato Sanctuary.

La trama è complessa e intricata, non scevra di azione, inseguimenti, particolari forse fin troppo brutali per l’epoca in cui il film è stato girato, e non manca di colpi di scena. Il mondo della cupola, con tutto il suo edonismo e la sua spensieratezza, si rivela claustrofobico oltre ogni percezione, quando il protagonista scopre cosa si nasconde dietro le sue pareti, quali siano le regole che garantiscono l’apparente felicità dei suoi simili, e cosa ne sia stato del mondo di fuori, per secoli creduto inagibile e morto.

Il film vinse l’Oscar per gl ieffetti speciali nel 1977, ed ebbe imporanti riconoscimenti.

La fuga di Logan ha creato una lunga schiera di epigoni, sotto forma di libri, fumetti, serie tv, e anche il cinema ha attinto abbondantemente da questa idea. Pensiamo solo a The Island del 2005 diretto da Michael Bay, con il suo mondo ordinato e asettico di uomini e donne geneticamente perfetti, che si rivelano essere nient’altro che cloni ‘allevati’ per fornire organi di ricambio per i loro ricchi sosia che vivono nel mondo reale.

Niente di rassicurante sotto il sole, dunque, già nel 1976, ma, come scorprieremo dalle pagine di Lost Tales: Andromeda, in uscita a fine aprile, di rado la fantascienza degli anni ’70 ha offerto grandi speranze agli uomini…